[fsfe-it] Discussioni su pirateria e software libero
Stefano Chizzolini
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Sat Jan 23 18:20:06 CET 2010
Marco Bertorello wrote:
> Ciao a tutti,
>
> sempre più spesso mi trovo a confrontarmi con persone che fatico a
> convincere dell'importanza di utilizzare e promuovere il software
> libero, anche solo in linea teorica.
> Questo per diversi motivi, ma principalmente per un atteggiamento
> diverso riguardo la legalità e al copyright.
>
> Ecco le principali posizioni che trovo estremamente difficili da
> affrontare:
>
> (sfera idealistica)
>
> * il software dovrebbe essere gratuito e per tutti, il copyright non
> dovrebbe esistere. windows/photoshop lo cracco e rivendico di averlo
> fatto in nome di questo principio
Chiamarla "sfera idealistica" mi sembra molto buffo, come se fosse
possibile nobilitare il furto e il parassitismo!... :-)
E' un'idiozia pretendere che a uno sviluppatore (sia esso persona fisica
o impresa) debba essere imposto un modello economico in cui il frutto
del suo lavoro viene diffuso gratuitamente nel pubblico dominio.
Quello che invece si deve auspicare è che ogni operatore scelga
liberamente il proprio modello di business, ma che si attenga a regole
di correttezza (in particolare riguardo l'interoperabilità su protocolli
e formati) nei confronti dei competitori e degli utenti; ognuno faccia
il suo gioco, ma giochi pulito!
Se un modello è buono avrà successo spontaneamente nell'ecosistema del
mercato informatico, senza imposizioni -- ne è un esempio il
bandwagoning del FLOSS: anche aziende tradizionali, gelose del proprio
codice a sorgente chiuso, sono state spinte in qualche misura ad aprirsi
(sebbene come al solito Microsoft con il ben noto concetto di "Shared
source" abbia palesato la sua diffidenza verso i principi dell'open
source...) per reagire al crescente interesse verso questo approccio
alternativo.
Confondere la gratuità di un software con l'assenza di diritti
intellettuali su di esso, o interessarsi alla sua gratuità senza
considerare i diritti intellettuali che lo vincolano sono due tipici
atteggiamenti dell'utente/utonto medio. Personalmente sono anch'io un
contributore di software libero: rilascio i miei sorgenti in licenza
GPL/LGPL e in questo modo, con il presidio del copyleft, tutelo gli
utenti, ne incentivo la diffusione e posso remunerarmi prestando
consulenze e creando adattamenti e personalizzazioni. Se il software
fosse gettato nel pubblico dominio, sarebbe in pasto all'opportunismo
degli speculatori e per gli utenti non ci sarebbe tutela.
Se un tizio cracca windows/photoshop egli è, dal mio punto di vista, al
contempo un delinquente e una vittima: *delinquente* perché si appropria
indebitamente di una proprietà altrui (non posso pretendere che per
questioni ideali tutti siano obbligati a considerare l'uso del software
slegato dalla profittabilità della sua paternità, con buona pace di RMS
-- lasciamo da parte per un attimo le considerazioni sul sovrapprofitto
causato dalle posizioni di monopolio); *vittima* perché effettivamente,
essendo immerso in una comunità che usa massivamente (e più o meno
inconsapevolmente) tecnologie soggette a lock-in, è suo malgrado
talvolta costretto ad adottare quelle stesse tecnologie.
Se quel tizio cracca avendo la possibilità di utilizzare tecnologie
alternative libere allora oltre che delinquente e vittima è pure un
*fesso* perché con il suo atteggiamento contribuisce a mantenere in
piedi un sistema malato (+ utenti di software proprietario => + lock-in
=> + utenti di software proprietario => ...).
Non si può comunque pretendere che la gente comune faccia lo sforzo
individuale di adottare il software libero: indubbiamente *il più grande
delinquente informatico* è lo Stato ogniqualvolta omette, attraverso le
decisioni interessate/insipienti dei suoi rappresentanti politici e
dirigenziali, d'incentivare la conoscenza e l'uso del software libero
nelle scuole (FONDAMENTALE!) e nelle amministrazioni pubbliche. Le
iniziative ministeriali e locali concertate con aziende come Microsoft,
o i bandi di gara d'appalto pubblico in forniture informatiche vincolate
alle tecnologie Microsoft sono attentati contro lo sviluppo di una
società libera, aperta e prospera!
Stefano
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