[fsfe-it] Discussioni su pirateria e software libero

Cristian Consonni kikkocristian at gmail.com
Sun Jan 24 20:24:52 CET 2010


Ciao a tutti,
mi inserisco in corsa... direi che quoto Stefano su tutta la linea.

Aggiungo una cosa: molti usano programmi proprietari per pura
ignoranza del fatto che esistono alternative (alcuni pensano che Win
sia una parte fondamentale del computer quanto può esserlo il pulsante
di accensione, leggasi "se non c'è non parte"). E l'ignoranza - fino
ad un certo punto - non è una colpa, soprattutto in questi casi dove
le alternative vengono avversate (e tenute il più possibile nascoste e
sconosciute). IMHO, pochissimi sanno che si può richiedere il rimborso
se non si accetta la licenza di M$ alla prima accensione (se
preinstallato). E qui credo che gli unici che ci possono fare qualcosa
siamo noi (nel senso le associazioni per il software libero)...
dobbiamo informare, consigliare, liberare.

Penso che questo momento sia ottimo per il software libero: un sacco
di gente usa il pc solo per stare connesso in internet e il software
libero, in questo momento, fornisce gli strumenti migliori per
navigare... fatti salvi i problemi con i video flash (forza Gnash!).
Quello che voglio dire che questo momento "storico", secondo me,
potrebbe essere l'occasione per avvicinare tanta gente (e parlo di end
users) al software libero (funziona meglio, è più veloce, non prendi i
virus, che altro ti serve?)

Se vogliamo il software libero nelle aziende, invece, abbiamo bisogno
di più RedHat, Novell e Canonical ... le aziende vogliono il supporto
tecnico.

Infine, sul fatto che per la PA sia giunto il momento di passare al
software libero sono d'accordo ancora una volta con Stefano e credo
che diffondere il software libero nella PA sia un obiettivo primario
per associazioni come la FSFE  (in Italia, in Europa e nel mondo [alla
Casa Bianca  hanno fatto il sito con Drupal... come argomento
"promozionale" potrebbe valere qualcosa.])

Cristian


Il 23 gennaio 2010 18.20, Stefano Chizzolini
<info at stefanochizzolini.it> ha scritto:
> Marco Bertorello wrote:
>> Ciao a tutti,
>>
>> sempre più spesso mi trovo a confrontarmi con persone che fatico a
>> convincere dell'importanza di utilizzare e promuovere il software
>> libero, anche solo in linea teorica.
>> Questo per diversi motivi, ma principalmente per un atteggiamento
>> diverso riguardo la legalità e al copyright.
>>
>> Ecco le principali posizioni che trovo estremamente difficili da
>> affrontare:
>>
>> (sfera idealistica)
>>
>> * il software dovrebbe essere gratuito e per tutti, il copyright non
>> dovrebbe esistere. windows/photoshop lo cracco e rivendico di averlo
>> fatto in nome di questo principio
>
> Chiamarla "sfera idealistica" mi sembra molto buffo, come se fosse
> possibile nobilitare il furto e il parassitismo!... :-)
>
> E' un'idiozia pretendere che a uno sviluppatore (sia esso persona fisica
> o impresa) debba essere imposto un modello economico in cui il frutto
> del suo lavoro viene diffuso gratuitamente nel pubblico dominio.
> Quello che invece si deve auspicare è che ogni operatore scelga
> liberamente il proprio modello di business, ma che si attenga a regole
> di correttezza (in particolare riguardo l'interoperabilità su protocolli
> e formati) nei confronti dei competitori e degli utenti; ognuno faccia
> il suo gioco, ma giochi pulito!
> Se un modello è buono avrà successo spontaneamente nell'ecosistema del
> mercato informatico, senza imposizioni -- ne è un esempio il
> bandwagoning del FLOSS: anche aziende tradizionali, gelose del proprio
> codice a sorgente chiuso, sono state spinte in qualche misura ad aprirsi
> (sebbene come al solito Microsoft con il ben noto concetto di "Shared
> source" abbia palesato la sua diffidenza verso i principi dell'open
> source...) per reagire al crescente interesse verso questo approccio
> alternativo.
>
> Confondere la gratuità di un software con l'assenza di diritti
> intellettuali su di esso, o interessarsi alla sua gratuità senza
> considerare i diritti intellettuali che lo vincolano sono due tipici
> atteggiamenti dell'utente/utonto medio. Personalmente sono anch'io un
> contributore di software libero: rilascio i miei sorgenti in licenza
> GPL/LGPL e in questo modo, con il presidio del copyleft, tutelo gli
> utenti, ne incentivo la diffusione e posso remunerarmi prestando
> consulenze e creando adattamenti e personalizzazioni. Se il software
> fosse gettato nel pubblico dominio, sarebbe in pasto all'opportunismo
> degli speculatori e per gli utenti non ci sarebbe tutela.
>
> Se un tizio cracca windows/photoshop egli è, dal mio punto di vista, al
> contempo un delinquente e una vittima: *delinquente* perché si appropria
> indebitamente di una proprietà altrui (non posso pretendere che per
> questioni ideali tutti siano obbligati a considerare l'uso del software
> slegato dalla profittabilità della sua paternità, con buona pace di RMS
> -- lasciamo da parte per un attimo le considerazioni sul sovrapprofitto
> causato dalle posizioni di monopolio); *vittima* perché effettivamente,
> essendo immerso in una comunità che usa massivamente (e più o meno
> inconsapevolmente) tecnologie soggette a lock-in, è suo malgrado
> talvolta costretto ad adottare quelle stesse tecnologie.
> Se quel tizio cracca avendo la possibilità di utilizzare tecnologie
> alternative libere allora oltre che delinquente e vittima è pure un
> *fesso* perché con il suo atteggiamento contribuisce a mantenere in
> piedi un sistema malato (+ utenti di software proprietario => + lock-in
> => + utenti di software proprietario => ...).
>
> Non si può comunque pretendere che la gente comune faccia lo sforzo
> individuale di adottare il software libero: indubbiamente *il più grande
> delinquente informatico* è lo Stato ogniqualvolta omette, attraverso le
> decisioni interessate/insipienti dei suoi rappresentanti politici e
> dirigenziali, d'incentivare la conoscenza e l'uso del software libero
> nelle scuole (FONDAMENTALE!) e nelle amministrazioni pubbliche. Le
> iniziative ministeriali e locali concertate con aziende come Microsoft,
> o i bandi di gara d'appalto pubblico in forniture informatiche vincolate
> alle tecnologie Microsoft sono attentati contro lo sviluppo di una
> società libera, aperta e prospera!
>
> Stefano
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