[fsfe-it] Discussioni su pirateria e software libero

Marco Ciampa ciampix at libero.it
Mon Jan 25 09:20:59 CET 2010


On Fri, Jan 22, 2010 at 08:15:59PM +0100, al3xu5 / dotcommon wrote:
> Il giorno venerdì 22/01/2010 16:29:58 CET
> Marco Bertorello <marco at bertorello.ns0.it> ha scritto:
> 
> > sempre più spesso mi trovo a confrontarmi con persone che fatico a
> > convincere dell'importanza di utilizzare e promuovere il software
> > libero, anche solo in linea teorica.
> > Questo per diversi motivi, ma principalmente per un atteggiamento
> > diverso riguardo la legalità e al copyright.
> 
> parlare di software libero su queste basi è, a mio parere, estremamente
> rischioso e difficilmente porta ad un "successo"
> 
> se confrontandoci con gli altri accettiamo senza metterli in
> discussione i presupposti che, anche solo implicitamente, si celano
> dietro quello che chiami "un atteggiamento diverso riguardo la legalità
> e al copyright", allora mi sa tanto che i nostri interlocutori avranno
> gioco facile:
> 
> > Ecco le principali posizioni che trovo estremamente difficili da
> > affrontare:
> [...]
> 
> gran parte delle "posizioni" ed argomentazioni che hai citato
> poggiano infatti su questi presupposti
> 
> mi spiego meglio, cercando di farla breve (cosa altrimenti impossibile a
> meno di imprecisioni e semplificazioni che so di dover scontare): 
> 
> la produzione/creazione di cultura, arti, sapere, conoscenza ecc. è
> possible solo grazie a quanto già prodotto/creato dall'umanità nel
> passato: nessuna "creazione" o "scoperta" è davvero originale ma è
> possibile solo grazie alla diffusione e condivisione delle esperienze
> accumulate dall'umanità nel tempo
> 
> cultura, arti, sapere, conoscenza ecc. sono quindi BENI PUBBLICI COMUNI
> che l'umanità tutta ha faticosamente conquistato in centinaia di milioni
> di anni 
> 
> oggigiorno, immersi come siamo nell'"evo digitale" questi beni sono
> beni immateriali e, per questa ragione, non più scarsi o limitati come
> potevano essere (almeno in parte) fino a ieri
> 
> sono piuttosto indefinitamente riproducibili e quindi (almeno
> teoricamente) disponibili a tutti... a valore praticamente tendente
> a ZERO (parlo di di valore di scambio, non di costo di "produzione")
> 
> c'è poi qualcuno che, oramai da qualche centinaio di anni, cerca di
> appropriarsi di questi beni comuni... 
> 
> questo qualcuno (che oggi si lascia chiamare
> neo-capitalismo-globale-finanziario) cerca di appropriarsi di questi
> beni comuni creando dapprima una loro scarsità indotta artificiosamente
> (grazie a dispositivi tecnici -ad esempio sistemi DRM- e legali
> -copyright, brevetti, marchi-) a cui si fanno seguire una altrettanto
> artificiosa valorizzazione (con la conseguente trasformazione in merci
> o "beni di consumo") che è il punto di partenza di profitti vergognosi
> e rendite del tutto ingiustificate
> 
> pilastro fondamentale di questo "processo" è stato l'introduzione della
> (sedicente) "proprietà intellettuale" (che, per quanto detto, altro non
> è che un furto di beni comuni pubblici a vantaggio di pochi e a danno
> della comunità) 
> 
> 
> fatta questa premessa, legalità e copyright passano sotto una luce
> diversa e gran parte delle posizioni ed argomentazioni che i nostri
> interlocutori usano (fondandole su quell'"atteggiamento diverso
> riguardo la legalità e al copyright" di cui hai parlato) perdono di
> rilievo (se non di senso) nell'ambito della discussione che ora, è ad
> un "livello" più generale ed alto
> 
> non stiamo più parlando solo e semplicemente di software... stiamo
> parlando di arte, cultura, conoscenza, informazione, ... di un qualcosa
> di molto più ampio e generale che riguarda diversi e molteplici aspetti
> (sociali, relazionali ecc.) della nostra vita che, oggi, è sempre più
> una vita "digitale" immersa in beni immateriali
> 
> le idee stesse di software proprietario, di DRM, di brevetti software e
> così via appaiono allora per quello che sono: assurde... 
> 
> il lavoro di produzione/creazione di un bene comune (musica come sapere
> scientifico come *software* ecc.) richiesto da tutta o parte della
> collettività va remunerato (in proporzione alla "fatica" e/o al "tempo"
> impiegato) da parte della stessa collettività che, tutta, ne deve poter
> beneficiare senza alcuna limitazione di sorta
> 
> allo stesso modo va anche remunerato, da parte di chi ne beneficia, il
> lavoro di chi poi suona quella musica dal vivo o insegna quel sapere o
> personalizza quel software...
> 
> non resta più spazio per "legittimare" profitti e rendite
> ingiustificati: dove sta ora il "furto"? chi sono veramente i "pirati"?
> chi è che davvero "ruba"?
> 
> 
> insomma... è a partire da tutto ciò che, a mio parere, dovremmo sempre
> confrontarci!
> 
> e partendo da questo dovremmo riuscire ad evitare "naturalmente" le
> "trappole" cui tu hai accennato (sfera idealistica, sfera
> pratico/utilitaristica, pregiudizi e costi, mezzi/fini, false verità
> ecc.) per passare a discutere su tutt'altro piano, di cose
> "altre" (libertà, diritti, privacy ecc.), tutte cose che vengono allora
> ad avere senso e rilevanza...
> 
> 
> e se il nostro interlocutore rifiuta del tutto di ragionare prendendo
> in considerazione anche (quantomeno!) queste basi... beh, allora o è i
> malafede, o non ha la "voglia" o la "capacità" di parlare seriamente
> della questione: e allora, secondo me, è del tutto inutile stare lì a
> perdere del tempo...
> 
> ps: non ho tempo di rileggere e correggere... scusate errori e
> imprecisioni
> 
> 
> saluti
> al3xu5 / dotcommon
> 
Scusate se quoto riportando il testo integrale ma non potrei essere più 
daccordo e non sarei stato capace di dirlo meglio - complimenti.

Un "piccolo" esempio di come le cose si stanno storcendo.
Assumiamo che io abbia vinto alla lotteria americana un miliardo di dollari.
Con questi soldi mi compero la gioconda, il capolavoro di Da Vinci, e la brucio.
Teoria?
È quello che sta succedendo ad un famoso quadro di Van Gogh, un ricco 
giapponese lo ha comperato e ha disposto che alla sua morte tutti i suoi 
possedimenti vengano bruciato e non vedo proprio come la comunità e i
parenti possano farci qualcosa.

L'arte, la cultura e la scienza NON POSSONO ESSERE PRIVATIZZATE.
Non ha senso ed è il miglior modo per impiccarsi da soli.

Sulla famosa frase: "La proprietà privata è un furto" - Proudhon - non
potrei essere più daccordo soprattutto su ciò che oggi viene definito
"proprietà  intellettuale", definizione che non definisce _nulla_ e che
qui in lista  qualcuno ha utilizzato, che è completamente  falsa e
incongruente e contiene nella sua definizione cose che non hanno nulla a
che fare tra loro, come diritto d'autore e brevetti.

Una sera sono stato diverse ore a discutere con un esperto filosofo 
dell'inconsistenza della definizione e alla fine ha dovuto darmi ragione (non 
per sfinimento come qualche maligno può pensare...;-) ma perché in effetti non
significa nulla.

Per esempio i brevetti...è proprietà una cosa che "scade"?
Esiste una proprietà a "scadenza"? A mio giudizio i brevetti ribadiscono la
proprietà pubblica...visto che dopo torna tutto al pubblico (e senza scadenza 
stavolta...)...idem per il diritto d'autore che qualcuno, non a caso, vorrebbe
estenderlo all'infinito...

-- 


Marco Ciampa

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