[FSFE] Il software libero: potenzialità per lo sviluppo informatico dell'Italia

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Thu Jan 30 19:14:13 CET 2003


    In occasione della conferenza in sala Zuccari del Presidente della
    società statunitense Microsoft, la Free Software Foundation Europe
    ritiene opportuno di fornire all'attenzione dei Senatori una breve
    nota introduttiva all'argomento del Software Libero, affinchè i
    legislatori, nel pieno della loro libertà di mandato si rendano conto
    della pluralità degli approcci alla tecnologia.


*** Il software libero: potenzialità per lo sviluppo informatico dell'Italia

Il software libero è un modello commerciale per la distribuzione
dell'informazione che aiuta a conservare e ad estendere il patrimonio
intellettuale.

Un programma  si definisce «libero» se tramite il consenso dell'autore
garantisce quattro libertà:
- libertà di usare il programma per qualsiasi scopo
- libertà di studiarlo ed adattarlo ai propri bisogni
- libertà di copiarlo e diffonderlo
- libertà di distribuire versioni modificate

Per utilizzare una metafora, è come poter avere lo spartito di un
pezzo musicale: con lo spartito si puo' riprodurre facilmente il pezzo
adattandolo in vari modi, modulandone l'interpretazione,
facendone delle variazioni. Se invece si possiede solo il disco,
non si potrà mai avere come musica che quello che è stato
deciso nello studio di registrazione.

Una licenza che garantisce questi diritti agli utenti di software è la
General Public License (GPL) del progetto GNU, licenza oggi usata per
più di metà dei programmi liberi disponibili sulla rete. La GNU GPL
garantisce, oltre ai diritti elencati, che il software rimanga libero
nel tempo.

All'origine del software libero è un programmatore del MIT di Boston,
Richard Stallman, che sviluppò questo concetto di condivisione del
codice sorgente. Nel 1984, Stallman iniziò a svilppare GNU, un sistema
operativo che si appoggia su questo principio di libertà, cui agli
inizi degli anni '90 si aggiunse il kernel Linux.


	Pubbliche amministrazioni del mondo

Per ragioni di sicurezza, di comodità, di sovranità sui propri
strumenti, ma anche per limitare i costi vivi, molte amministrazioni
pubbliche hanno concluso di prediligere un uso più intensivo del
software libero nella cosa pubblica.

Un elenco di paesi in cui sono in corso provvedimenti legislativi o
amministrativi per diffondere il software libero è disponibile su
<http://www.bfsf.it/legislazione>. Ne fanno parte: Francia, Germania,
Belgio, Danimarca, Spagna, Israele, Argentina, Brasile, Perù, Messico,
Stati Uniti.

Per un insieme di compiti, in particolare per la gestione delle
infrastrutture e dei servizi di rete, il software libero si è rivelato
affidabile, efficiente, sicuro ed economicamente competitivo. Perché
allora non pernderlo seriamente in considerazione anche per lo 
sviluppo tecnologico del nostro Paese svincolandosi dal controllo
da parte delle aziende proprietarie?

	Il controllo dei propri strumenti

La possibilità di conoscere il funzionamento dei propri strumenti di
lavoro permette di migliorare alcuni aspetti critici dell'informatica:

  Privacy e sicurezza

Nel caso in cui un'amministrazione tratti dati personali dei cittadini
bisogna essere sicuri che il software utilizzato per gestirli non
abbia buchi di sicurezza, o almeno essere autorizzati a correggere in
prima persona i problemi quando venissero identificati.  Con il libero
accesso al sorgente, ogni utente del programma può controllare la
propria sicurezza informatica o pagare ditte esterne per questo
servizio.  Con il software proprietario, l'utente e la pubblica
amministrazione dipendono in toto dall'azienda che ha distribuito il
programma.

  Indipendenza tecnologica

Anche se l'azienda che ha fornito un programma libero fallisce, il
software rimane fruibile e altre azienze possono prendere in carico
l'ammodernamento e l'assistenza. È anche possibile per l'utenza
cambiare fornitore, senza dover reinvestire nella struttura
informatica esistente.  Spesso il software libero è anche stato letto
e verificato da numerosi esperti, la correzione dei problemi è più
facile mentre è più difficile che persistano nel tempo eventuali «back
doors», porte nascoste che permetterebbero a qualcuno di introdursi
nel sistema dove il programma lavora.

  Legalità e indipendenza commerciale

La libertà di copiare il software è garantita a priori dagli autori,
ed elimina definitiavamente il problema della copia illecia. Elimina
anche alcuni meccanismi di fidelizzazione commerciale da parte delle
aziende, come l'offerta di licenza gratuite ad un ente di formazione
(scuole, università), nella speranza di abituarne gli allievi ad
usarlo nella loro vita professionale.


	Un modus operandi virtuoso per gli enti locali

È possibile per l'amministrazione pubblica distribuire il software
sviluppato da o per la Pubblica Amministrazione sotto licenze di tipo
libero, per diffonderlo tra gli enti locali.

Per esempio: se il comune di Adria finanzia lo sviluppo di un
programma di gestione delle spiaggie, potrebbe senza oneri che rendere
disponibile il codice sorgente di quel programma al Comune di
Monopoli, che avendo bisogno di uno strumento simile potrà liberamente
adattare il programma per i propri bisogni specifici, evitando di
rifare il lavoro da zero e senza rimanere indissolubilmente legato
all'azienda che ha prodotto il primo programma.

Come esperienza significativa in questo campo rimandiamo
all'associazione creata tra aziende di servizio e diversi enti
pubblici francesi: <http://www.adullact.org>.


	Una realta' gia' importante

Il software libero non limita l'innovazione informatica.  Pochi sanno
che gran parte dei programmi che fanno funzionare Internet sono
software libero. Internet stessa è nata grazie al software libero.
Per esempio: il server web Apache, i programmi di distribuzione della
posta come Sendmail o Postfix, la gestione dei nomi di dominio tramite
Bind.  Anche i migliori sistemi di impaginazione professionale, basati
su TeX, sono software libero.

Ecco alcuni ambiti in cui viene utilizzato il software libero:
* militare  (marina statunitense, http://www.oss-institute.org)
* bancario (Crédit Suisse First Boston,
  http://linuxtoday.com/news_story.php3?ltsn 02-04-08-008-26-NW-EL-HE)
* servizi (Deutsche Bahn, Deutsche Post)
*industriale (Human Resources della Siemens)
* medico (progetto BMS Bayer).
Molti esempi su http://www.redhat.com/solutions/migration


	Una potenzialità per il territorio

Il software libero, spesso usato sul sistema operativo GNU/Linux, ha
il vantaggio di beneficiare della grandissima tradizione industriale
dei sistemi di tipo Unix, usati in realtà di punta a partire dagli
anni 70, le cui competenze sono ancora insegnate in ambito
universitario.

Il software libero permette lo sviluppo di posti lavoro sul
territorio.  Il nostro non è un modello economico di accentramento e
controllo dell'informazione, ma un modello di competenze distribuite
sul territorio, per nulla dissimile dal settore medico o da quello
legale, dal settore artigianale degli elettricisti e degli idraulici.

Solo la disponibilità dell'informazione e il diritto di utilizzarla ed
accreserla può permettere lo sviluppo di un settore produttivo, in cui
ciascuno possa offrire la propria professionalità o i propri servizi
di assistenza e manutenzione del parco informatico di un'azienda
e di un'amministrazione pubblica.

Nella didattica, il vantaggio del software libero è di permettere
l'accesso a tutti i meccanismi dei calcolatori, senza limiti creati
articifialmente dal produttore del programma. Il vantaggio è di
restituire agli insegnanti l'autonomia didattica e di ridurre gli
oneri per gli studenti. Si veda in proposito
<http://www.linuxdidattica.org>.


	No ai brevetti software

Queste informazioni e i pericoli dei brevetti software sono evidenziati
con chiarezza dall'Eurolinux Alliance: http://www.eurolinux.org.
Si veda anche <http://www.softwarelibero.it/GNU/nemici/brevetti.shtml>.

Il successo del software libero e degli standard aperti potrebbe
essere ingiustamente messo in pericolo dai tentativi provenienti da
gruppi di pressione che tenterebbero di appropriarsi degli standard di
comunicazione tramite una modifica insidiosa del diritto europeo sui
brevetti.  Ricordiamo per esempio che la British Telecom possiede un
brevetto sul «link», elemento base di tutto il World Wide Web.

Numerosi studi dimostrano che i brevetti sul software rallentano,
invece di stimolare l'innovazione tecnologica.  Una delle conclusioni
della Conferenza internazionale sulla gestione e l'utilizzazione
legittima della proprietà industrale del 2001 è stata: «L'opera dello
spirito, un'idea, una formula matematica, il codice software,
un'espressione formale nuova, tutto cio' non puo' essere l'oggetto di
un brevetto, per evitare il rischio di esaurimento della creazione.»


CONTATTI

In Italia, il software libero viene promosso dalla Free Software
Foundation Europe / Italy, e dall'Associazione Software Libero.
http://www.fsfeurope.org - http://www.softwarelibero.org

Contatti:

   Stefano Maffulli <maffulli at fsfeurope.org>
   Tel: +39-02-3651.4266
   Cel: +39-347-1493.733
   Fax: +39-055-489.457

   Christopher Gabriel <gabriel at fsfeurope.org>
   Tel: +39-0574-337.19
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   Alessandro Rubini <rubini at fsfeurope.org>
   Tel: +39-0382-529.554
   Cel: +39-349-2689.041

   Associazione Software Libero: <pr at softwarelibero.it>
   Cel: +39-338-158.3611



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