[Milano] AgID sul Cloud della Pubblica Amministrazione

Stefano Costa Bot stefano.costa.bot at gmail.com
Mon Jun 18 14:47:43 UTC 2018


La confusione deriva dal fatto che il Cloud può veicolare anche
applicazioni web, quindi sia l'una che l'altra coesisterebbero (come ovvio
che sia).
Probabilmente estensori diversi avevano in mente casi d'uso diversi, di qui
il mescolamento delle carte (che potrebbe essere risolto con una
descrizione esplicita nei paragrafi precedenti e usando una nomenclatura
consistente).

Il problema maggiore che vedo in realtà è "confondere" le giuste premesse
con quanto realisticamente si verrà a realizzare.
Mi spiego: nel paragrafo 2.2 si descrive la situazione "attuale" nel primo
capoverso e la "nuova PA" nel secondo in questo modo:

"I servizi di cloud pubblico, invece, vengono generalmente aggiornati,
migliorati e mantenuti durante tutto il loro ciclo di vita dal fornitore, e
il tutto è incluso nei costi."

In astratto è sicuramente vero. Ma uno scenario realistico è sotto
staffare/sotto finanziare il tutto si potrebbero configurare scenari tipo
"applicazione lentissima per scarsità risorse allocate", "downtime continui
per manutenzione scorretta od insufficiente" che renderanno difficile la
transizione/vita del sistema in generale.

Trovo anche "eccessivamente ottimistica" questa frase (par 2.3):

"Per rimanere sul mercato, i fornitori devono aggiornare i propri servizi
per supportare le ultime versioni dei browser, i sistemi operativi e le
scelte dei dispositivi dei propri utenti."

Questa frase contiene due assiomi interessanti:
a) il mercato si autoregola per ottenere la massima efficienza
b) i fornitori (uno degli attori di a) se vogliono sopravvivere si adattano
darwinianamente

Per a) ma il cloud delle PA sarà veramente un mercato? Non voglio andare in
disquisizioni formali, ma è *provato* che:
- se un mercato è composto da <=3 entità fornitrici di servizi si formano
cartelli che minano alla base l'efficienza
- gli appalti al massimo ribasso sono lesivi dell'efficienza dei servizi
offerti
- la PA ha un *pessimo* track record nella definizione degli appalti e
scarsissima trasparenza
- i fornitori delle PA sono relativamente pochi soggetti, "sempre i soliti"

Per b) quelli che sopravvivono sono quelli che hanno maggiori agganci od i
più grandi (ed inefficienti).

Per carità nulla che @ruphy possa risolvere, non gliene faccio una colpa.
Io però seriamente invece di scrivere definizioni e dichiarazioni roboanti
volerei più basso: ci si fa meno male quando si cade.

On 18 June 2018 at 15:07, Federico Leva (Nemo) <nemowiki at gmail.com> wrote:

> Non riesco a farmi un'idea su questo documento
> https://cloud.italia.it/projects/cloud-italia-docs/it/latest/
>
> Ci sono vari passaggi dove "cloud" pare inteso come sinonimo di
> "applicazione web". O_o
> <https://cloud.italia.it/projects/cloud-italia-docs/it/lates
> t/perche-usare-il-cloud.html#supporto-semplificato>
>
> Trovo difficile dunque comprendere il significato di affermazioni come «In
> base al principio Cloud First, le PA in fase di definizione di un nuovo
> progetto, e/o sviluppo di nuovi servizi, devono, in via prioritaria,
> adottare il paradigma cloud in particolare i servizi SaaS»
> https://cloud.italia.it/projects/cloud-italia-docs/it/latest
> /cloud-enablement.html#il-principio-cloud-first
>
> Federico
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