La confusione deriva dal fatto che il Cloud può veicolare anche applicazioni web, quindi sia l'una che l'altra coesisterebbero (come ovvio che sia).
Probabilmente estensori diversi avevano in mente casi d'uso diversi, di qui il mescolamento delle carte (che potrebbe essere risolto con una descrizione esplicita nei paragrafi precedenti e usando una nomenclatura consistente).

Il problema maggiore che vedo in realtà è "confondere" le giuste premesse con quanto realisticamente si verrà a realizzare.
Mi spiego: nel paragrafo 2.2 si descrive la situazione "attuale" nel primo capoverso e la "nuova PA" nel secondo in questo modo:

"I servizi di cloud pubblico, invece, vengono generalmente aggiornati, migliorati e mantenuti durante tutto il loro ciclo di vita dal fornitore, e il tutto è incluso nei costi."

In astratto è sicuramente vero. Ma uno scenario realistico è sotto staffare/sotto finanziare il tutto si potrebbero configurare scenari tipo "applicazione lentissima per scarsità risorse allocate", "downtime continui per manutenzione scorretta od insufficiente" che renderanno difficile la transizione/vita del sistema in generale.

Trovo anche "eccessivamente ottimistica" questa frase (par 2.3):

"Per rimanere sul mercato, i fornitori devono aggiornare i propri servizi per supportare le ultime versioni dei browser, i sistemi operativi e le scelte dei dispositivi dei propri utenti."

Questa frase contiene due assiomi interessanti: 
a) il mercato si autoregola per ottenere la massima efficienza 
b) i fornitori (uno degli attori di a) se vogliono sopravvivere si adattano darwinianamente

Per a) ma il cloud delle PA sarà veramente un mercato? Non voglio andare in disquisizioni formali, ma è *provato* che:
- se un mercato è composto da <=3 entità fornitrici di servizi si formano cartelli che minano alla base l'efficienza
- gli appalti al massimo ribasso sono lesivi dell'efficienza dei servizi offerti
- la PA ha un *pessimo* track record nella definizione degli appalti e scarsissima trasparenza
- i fornitori delle PA sono relativamente pochi soggetti, "sempre i soliti"

Per b) quelli che sopravvivono sono quelli che hanno maggiori agganci od i più grandi (ed inefficienti).

Per carità nulla che @ruphy possa risolvere, non gliene faccio una colpa. 
Io però seriamente invece di scrivere definizioni e dichiarazioni roboanti volerei più basso: ci si fa meno male quando si cade.

On 18 June 2018 at 15:07, Federico Leva (Nemo) <nemowiki@gmail.com> wrote:
Non riesco a farmi un'idea su questo documento
https://cloud.italia.it/projects/cloud-italia-docs/it/latest/

Ci sono vari passaggi dove "cloud" pare inteso come sinonimo di "applicazione web". O_o
<https://cloud.italia.it/projects/cloud-italia-docs/it/latest/perche-usare-il-cloud.html#supporto-semplificato>

Trovo difficile dunque comprendere il significato di affermazioni come «In base al principio Cloud First, le PA in fase di definizione di un nuovo progetto, e/o sviluppo di nuovi servizi, devono, in via prioritaria, adottare il paradigma cloud in particolare i servizi SaaS»
https://cloud.italia.it/projects/cloud-italia-docs/it/latest/cloud-enablement.html#il-principio-cloud-first

Federico
_______________________________________________
Milano mailing list
Milano@lists.fsfe.org
https://lists.fsfe.org/mailman/listinfo/milano

This mailing list is covered by the FSFE's Code of Conduct. All participants are kindly asked to be excellent to each other: https://fsfe.org/about/codeofconduct